Spedizione gratuita a partire da €50 e consegna in 24/48 ore in Italia (esclusi sabato, domenica e festivi).

mHealth: che cos’è e come può aiutarci?

mHealth mobilità Salute Sanità tecnologia

Condividi questo articolo >

Molti professionisti della sanità e tanti pazienti sono ancora diffidenti nei confronti della mHealth, o salute mobile. I medici lamentano di non avere tempo a sufficienza, mentre i pazienti sono preoccupati della gestione dei loro dati e della loro privacy.Questi sono alcuni dei motivi per cui l’adozione di app e strumenti su dispositivi mobili (mHealth, mobile Health) è stata lenta. In quest’ottica, scopriamo quindi i pro e i contro di questa rivoluzione.

Viste la dimensione e la velocità degli avanzamenti tecnologici degli ultimi decenni, non sorprende che circa 4,68 miliardi di persone saranno in possesso di uno smartphone entro il 2019.

Negli Stati Uniti solo il 40% dei medici di famiglia lavorano anche in serata o nei weekend, e ciò esclude tantissimi pazienti che lavorano in orari di ufficio.

Tuttavia in paesi africani come lo Zimbabwe, la situazione è persino peggiore: 1 medico ogni 10.000 persone. Lo stesso vale per tanti altri paesi in via di sviluppo.

Possiamo intuire quindi che è possibile utilizzare questa diffusione mondiale di dispositivi mobili per fornire un’assistenza sanitaria più conveniente per tutti, soprattutto in quelle realtà dove manca un sistema sanitario nazionale di base o non è sufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione.

Secondo la West Wireless Health “la proliferazione di dispositivi mobili nel pianeta, è uno stimolo allo sviluppo di app di mHealth”.

Anche se l’avvento mondiale della salute elettronica (eHealth: electronic Health), e nello specifico la salute mobile (mHealth), è in corso da circa 20 anni, molti restano incerti sugli utilizzi possibili e sui benefici di queste tecnologie.

Che cos’è la mHealth?

L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ha affermato che “non esiste una definizione standard [della mHealth]”. Tuttavia la mHealth è stata definita come “una pratica di assistenza sanitaria pubblica e medica supportata dai dispositivi mobili, come smartphones, dispositivi per il monitoraggio del paziente, assistenza digitale personalizzata, e altri dispositivi wireless”.

Con quasi 4.7 miliardi di cellulari e altri dispositivi mobili nel mondo, il loro utilizzo nell’assistenza sanitaria è sicuramente un passo verso la diffusione della buona salute a livello mondiale.

Il beneficio più riconosciuto è senz’altro la capacità della mHealth di mantenerci sempre connessi ai nostri operatori sanitari, a qualunque distanza.

In quale altro modo può migliorare il nostro benessere?

Come può aiutarci la mHealth?

La connettività e la convenienza che la mHealth – e tutte le declinazioni della eHealth – permette, possono migliorare la qualità della vita e semplificare le cure quando utilizzata in maniera efficace: da una migliore aderenza terapeutica, ai dati aggregati sullo stato di salute del paziente.

Aderenza terapeutica

Al giorno d’oggi una delle più grandi sfide dei professionisti sanitari è quella di assicurarsi che i pazienti seguano la prescrizione medica e la terapia in maniera corretta e secondo indicazioni.

Uno studio del 2014 pubblicato nella rivista Risk Management and Healthcare Policy ci informa di alcuni dati preoccupanti.

“La mancanza di aderenza terapeutica è diffusa e varia a seconda della patologia, delle caratteristiche del paziente, e della copertura sanitaria” scrive l’autore, “con una non-aderenza (farmacologica) che può oscillare tra il 25% e il 50%”.

Lo studio ci dice anche che la mancanza di aderenza terapeutica, o non-compliance, tra i tanti motivi, è “causa dello scarso risultato terapeutico, della prosecuzione della patologia, e un fardello – da miliardi di dollari all’anno – in costi diretti evitabili per il sistema sanitario e per le famiglie,” 

La non-compliance a un regime terapeutico conduce infatti a tante altre problematiche, incluse l’ospedalizzazione, le redicive, le riacutizzazioni, il peggioramento della qualità della vita, e persino la morte.

Nonostante ciò, già esistono alcune app di mHealth – facilmente scaricabili da smartphone o tablet – che possono aiutare le persone a seguire le prescrizioni mediche attraverso, ad esempio, pillole tracciabili, che gli permettono di scoprire quali hanno assunto e quali no, oppure app che suggeriscono di assumere un determinato farmaco o di registrare tutti i sintomi.

Un monitoraggio più efficiente ed efficace

Moltissime app di mHealth permettono di mettersi in collegamento diretto con il proprio medico per migliorare la facilità e la velocità del contatto. Messaggiare in tempo reale con il proprio medico o ricevere un parere su una malattia, un sintomo o un farmaco, offre tanti benefici, tra cui sicuramente il più importante è la possibilità di intervenire tempestivamente.

Se il paziente è preoccupato per il proprio stato di salute ma non può fisicamente raggiungere il proprio medico, può utilizzare l’app di mHealth per comunicare. Il medico potrebbe quindi valutare e decidere se intervenire, salvando potenzialmente la vita del paziente.

Obesità: Un app su smartphone può aiutarci a non mangiare troppo?
Obesità: Un app su smartphone può aiutarci a non mangiare troppo? L’app SlipBuddy potrebbe aiutare a prevenire l’obesità migliorando le nostre abitudini.

Migliorare il monitoraggio offre benefici a una popolazione molto vasta; alcune app di mHealth sono in grado di raccogliere i dati sanitari del paziente e della popolazione in generale, aggregandoli e conservandoli in un unico luogo..

Questo meccanismo permette all’operatore sanitario di utilizzare le tecnologie di avanguardia sul campo e assicurare al paziente la migliore terapia e i migliori risultati possibili.

Con la possibilità di accedere alle tendenze in ambito sanitario – spesso persino in tempo reale – il professionista può restare costantemente aggiornato sulle pratiche e sulle procedure, e farsi una migliore idea su come procedere nella cura del paziente.

Informazioni digitali

La sempre crescente popolarità dei dispositivi elettronici per le telecomunicazioni, come i computer portatili, gli smartphone e i tablet, hanno favorito anche il contesto sanitario. L’adozione di questi dispositivi ha portato all’abbandono della comunicazione scritta su carta e dell’archiviazione cartacea.

Molte imprese – tra cui Expensify, che offre uno strumento per la gestione dei report di spesa, e TicketText, un’azienda per l’emissione di biglietti di prenotazione – hanno “smaterializzato” molti degli strumenti utilizzati sino a oggi, favorendo l’archiviazione dei dati su internet nel Cloud.

La digitalizzazione non solo taglia le spese e gli sprechi d’ufficio e di fornitura ospedaliera, ma diminuisce l’accumulo di documentazione e scartoffie per il medico. Inoltre aiuta a conservare i dati del paziente in un luogo sicuro e ubiquo.

Sebbene alcuni sostengano che la riduzione di documentazione cartacea possa ridurre il rischio di smarrimento dei dati del paziente, gli studi effettuati non lo hanno dimostrato; in questo studio si afferma inoltre che possono generarsi delle inconsistenze durante la coesistenza di registri cartacei e registri digitali, e si consiglia quindi di migrare interamente e rapidamente a un sistema di registri digitali elettronici.

Quali possono essere i problemi con la mHealth?

La mancanza di fiducia nella tecnologia non è un fenomeno nuovo; per decenni abbiamo resistito a ogni forma di cambiamento e avanzamento tecnologico che potesse ridurre il nostro potere.

È vero che la mHealth va in questa direzione: togliere molte delle responsabilità dalle mani dei professionisti e dagli operatori della sanità e consegnarle al cyberspazio; ma è effettivamente più dannoso che benefico?

Assenza di regolamentazione

Perché un farmaco venga immesso nel mercato, enti come la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AiFA) devono approvarne la sicurezza.

La FDA afferma che sono “responsabili della difesa della salute pubblica, assicurando l’efficacia e la sicurezza dei farmaci per l’uomo e per l’animale, dei prodotti biologici e dei dispositivi medici.”

Secondo la research2guidance, al 2017 sono state rese disponibili circa 325.000 app di mHealth. Sebbene gli utenti le abbiano accolte positivamente, la FDA ne ha approvate soltanto una ristretta parte.

Le app di mHealth non sono probabilmente in cima alla lista delle priorità dell’FDA; infatti gli esperti considerano queste app “a basso rischio”, cioè l’uso che se ne fa non è invasivo, ed è improbabile che possano causare un danno significativo alla salute.

Questo è il motivo per il quale l’FDA non crede che le app di mHealth necessitino della stessa regolamentazione dei farmaci e di altre terapie.

Ciò permette alle aziende di sviluppare app e metterle in vendita più velocemente, ma implica che i test clinici tra i pazienti sono ridotti al minimo, lasciando aperta la possibilità che a lungo andare queste possano rivelarsi pericolose per la salute.

È interessante notare che tuttavia ci sono state degli accenni alla possibilità che siano le stesse aziende di sviluppo del software ad ottenere l’approvazione per la creazione delle app, piuttosto che sottoporre le app alle verifiche dell’FDA.

Eccessiva dipendenza

Come si è visto, nonostante la maggior parte delle app di mHealth non siano mai state sottoposte a test clinici, né approvate dagli organismi regolatori come l’FDA, molti pazienti si affidano al loro utilizzo nella vita di tutti i giorni.

Una preoccupazione c’è: molti utenti di queste app di mHealth potrebbero decidere di affidarsi esclusivamente alle app, invece di recarsi da un medico per un consulto professionale.

In effetti la preoccupazione è realistica per diversi motivi, tra cui il fatto che la maggior parte di queste app non è stata sottoposta a verifiche e controlli da parte degli enti preposti.

Nel 2015 i ricercatori della Harvard Medical School di Boston hanno condotto uno studio su diversi siti web e app nate con lo scopo di verificare i sintomi.

I ricercatori hanno scoperto che, tra le prime 23 app per la verifica dei sintomi, “le diagnosi corrette sono state elencate per prime in solo il 34% delle valutazioni standardizzate dei pazienti.”

L’analisi ha inoltre dimostrato che le diagnosi corrette venivano elencate tra le “prime 20 possibili diagnosi” in meno del 60% delle valutazioni.

Questi dati rivelano delle implicazioni pericolose: la diagnosi errata o persino la mancanza di diagnosi, un grave ostacolo laddove la terapia è necessaria, che possono mettere in pericolo di vita del paziente.

Il futuro della mHealth

Molti credono che la mHealth sarà il futuro della sanità; qual è allora questo futuro della sanità? In quale direzione si muoverà l’industria sanitaria e tutti gli stakeholder, grazie o a causa di queste tecnologie?

In un mondo ideale

Per diversi aspetti, il futuro è già qui; i cosiddetti “wearables“, dispositivi indossabili, fanno già parte della vita di milioni di persone, e parlare con un medico via app non è mai stato tanto semplice. Cos’altro possiamo aspettarci dalla mHealth?

Possiamo immaginare che la mHealth, la saluta mobile, offrirà una possibilità maggiore di accesso alle cure in quei paesi in via di sviluppo, abbatterà i costi sanitari nelle nazioni sviluppate e trasformerà i sistemi di spesa da un modello di prevenzione a uno centrato sul paziente.

Le app di mHealth che vengono utilizzate per monitorare i sintomi e rimanere in contatto con l’assistenza sanitaria ridurranno la necessità di terapie invasive, perché permetteranno di essere sempre un passo avanti alla patologia.

L’apertura è un obiettivo chiave per gli sviluppatori in ambito mHealth. James Michiel, analista senior mHealth alla Emory University’s Rollins School of Public Health di Atlanta (Georgia, USA), afferma che “il futuro della mHealth è open — open access, open source, open data, e open innovation.”

Tutto considerato, la mHealth dovrà affrontare molti ostacoli per raggiungere questo obiettivo.

Le sfide da affrontare

Affinché la mHealth continui a crescere, c’è bisogno di una regolamentazione.

Secondo i ricercatori M. Mars e R.E. Scott, “la capacità dell’eHealth di trascendere i confini socio-politici include il potenziale per creare un mondo senza confini per i sistemi sanitari e per la fornitura di assistenza sanitaria.”

“Ma,” scrive sulla rivista Health Affairs, “la politica necessaria a guidare lo sviluppo dell’eHealth è limitata e soltanto adesso sta emergendo nei paesi in via di sviluppo.”

“Ciò che è necessario per promuovere la crescita dell’eHealth nei paesi in via di sviluppo è una politica ponderata per facilitare la mobilità dei pazienti e lo scambio dei dati, sia all’interno dei confini internazionali e regionali all’interno dei paesi.”

Cosa ci aspetta?

Il ricercatore Harold Thimbleby — nel 2013 scriveva Journal of Public Health Research — spiega che “il futuro della sanità è tutto intorno al paziente (o evitare che le persone diventino pazienti), ma i pazienti non sono gli stakeholder principali nella sanità.”

“Le compagnie di assicurazione, le grandi case farmaceutiche, i medici, i manager, i fornitori, i produttori, i governi e molte altre forze influenzeranno il futuro”, aggiunge. “L’innovazione aiuterà i pazienti o contribuirà in parte a monitorare i medici che forniscono l’assistenza sanitaria?”

Forse la risposta a questa domanda è la chiave per lo sviluppo dell’mHealth; dopo tutto, i mezzi appropriatamente sviluppati per erogare una terapia, possono mitigare i rischi per i pazienti, e mettere in atto le migliori pratiche per i medici.

Indipendentemente da ciò che succederà, Michiel riconosce che “mai nella storia dello sviluppo ci sono stati così tanti strumenti e piattaforme disponibili per coloro che sono stati tradizionalmente emarginati ed esclusi dall’avanguardia della tecnologia e dell’innovazione”.

“È imperativo, tuttavia,” prosegue, “che questi strumenti e queste tecnologie siano utilizzate deliberatamente ed efficientemente, con un occhio rivolto all’utente finale in modo da garantire sostenibilità e sviluppo a lungo termine”.

Iscriviti alla nostra Newsletter

Rimani sempre aggiornato

Potrebbe interessarti...

coronavirus malattie respiratorie e lavaggio nasale
Medicina

Coronavirus, malattie respiratorie e lavaggio nasale

I pediatri e pneumologi Silvestre, già primario dell’Ospedale Pediatrico di Pescara, e Cutrera (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e presidente SIMRI) spiegano alcuni aspetti

Secchezza naso secco rimedi naturali
Salute e Benessere

Naso secco: cause e rimedi casalinghi

Naso secco: cause e rimedi casalinghi Usare un umidificatore Inalazione di vapore (suffumigi) Mantenersi idratati Spray nasali Irrigazione nasale (lavaggio nasale) Quando consultare il medico

Vuoi tornare a respirare?

Vieni a conoscere i nostri dispositivi medici

Sono un medico o un professionista della Sanità.

Registrati e accedi a:
- Informazioni di natura medica complete;
- Aggiornamenti scientifici;
- Contenuti riservati.

Sono un utente normale

N.B.: Alcune informazioni non saranno accessibili